Andrea Grossi è un giovanissimo designer che mixa riferimenti classici maschili a estetiche futuristiche, in uno stile da lui definito “Digital Couture”.
Le sue collezioni sono a metà strada tra sperimentazione di tecnologie digitali e tecniche tradizionali, come tagli laser, lavorazioni 3D e l’utilizzo di materiali come pelle e denim, manipolati con stampe di modelli virtuali.
Fortemente colpito dal suo immaginario a tratti nostalgico ma comunque avanguardista, ho deciso di intervistarlo, per farmi e farvi raccontare e conoscere meglio il suo mondo.
Ciao Andrea, cosa ti ha spinto a creare un brand?
Ciao, in realtà non ho mai creato “legalmente” il mio brand, diciamo che qualcosa è avvenuto naturalmente dopo la mia collezione di laurea al Polimoda nel 2019, pian piano le persone hanno iniziato ad interessarsi e da lì è nata la seconda collezione.
Hai definito il tuo stile “digital couture” me lo spieghi?
Certo, deriva dal mio background da graphic designer, il mio metodo di lavoro unisce una parte di progettazione fisica a manichino e sul modello per poi esportare il capo in 3D in digitale ed andare a riprogettare le forme, la superficie o le stampe. Digital couture mixa queste due cose.
A chi si rivolge Andrea Grossi, chi è il tuo pubblico?
A chiunque abbia voglia di mettersi in gioco ed entrare in questo “mondo” in cui cerco di unire passato presente e futuro. Le mie creazioni sono rivolte a chiunque abbia emozioni legate a tradizioni e passati comuni però sia affascinato dal futuro e creda in un domani migliore.
Nelle tue collezioni le proporzioni dei tuoi abiti sembrano voler sfidare le convenzioni della tradizionale sartoria maschile e gli stereotipi del maschio alpha. Qual è il tuo punto di vista?
Mi piacerebbe abbattere un pò il concetto di maschio alpha, di machismo però rimanendo sempre in un mondo di uomo che sta bene con se stesso. Amo l’idea di giocare con gli stereotipi della mascolinità creando un nuovo modello di bellezza. Io sogno un uomo che può avere scarpe con i tacchi e capi aderenti, e al tempo stesso si senta uomo al 100%.
Tutte le tue creazioni sono strettamente connesse a questioni attuali, come la crisi ambientale e sociale. Come mai?
Sarebbe difficile il contrario. Io come persona faccio parte di un mondo e provo a fare la mia parte perché questo mondo sia migliore, credo sia quello che ognuno di noi fa nella propria vita, semplicemente io provo a farlo attraverso la moda, che non è altro che un riflesso della società, attraverso i miei occhi.
Quanto conta per te il Made in Italy, la sartorialità e l’aspetto artigianale di un prodotto?
Il Made in Italy è la base del mio progetto, è ciò che voglio proteggere e innovare, cercando di creare una definizione di Made in Italy più moderna e attuale che possa applicare questo grande know how a soluzioni innovative e sostenibili.
Chi ti piacerebbe indossasse i capi Andrea Grossi?
In realtà il mio obbiettivo principale sono io stesso. Nel percorso da studente e designer mi sto impegnando per rendere i capi portabili per ogni occasione d’uso e rispecchiano davvero la mia personalità, per cui il principale target, per cui spesso mi domando se sono capi giusti, sono io.
Come vedi il tuo brand tra 5 anni?
Bella domanda, io spero resti qualcosa di reale, sincero e spensierato. Spero sia sempre un bel mezzo di espressione per me, mi spaventa un pò la parte economica che arriverà, però sono pronto ad affrontare tutti gli step per trasformare Andrea Grossi in un prodotto accessibile a tutti.
Dove è possibile acquistare i tuoi capi?
Al momento non sono disponibili, diciamo che sto lavorando sulla Season 3 nell’ottica di offrire dei prodotti reali a tutte le persone che si sono interessate al progetto.